venerdì 25 maggio 2007

coraggio

certe volte mi chiedo perchè lo faccio.
perché mi sono messa nella scomoda posizione di giudicarmi, di giudicare i miei pensieri, di dar loro un nome e un cognome, per poi scoprire che li devo far crescere e devo trovare di conseguenza nuovi nomi e nuovi cognomi.

Questa cosa è difficile di per sé e io lo so perché l'ho sempre fatta sulle mie pagine e sulla mia pelle. Ma farla pubblicamente, ammettendo di essere arrossiti ("perché arrossisce?" "non lo so..") è veramente terribile. Mi mette sottosopra anche fisicamente. Oggi per esempio mi sentivo la nausea, le palpitazioni, tutti i sintomi del possibile svenimento. Mi sono seriamente chiesta se era il caso o no di prendere la vespa. Mi sono anche detta per cinque minuti di fila "machicavolomelofafare" mentre una voce caparbia mi rispondeva dallo stomaco "sei tu che lo vuoi e lo vuoi perché lo sai che poi starai meglio."

Bene, dunque.

L'imperativo del momento è spezzare il maledetto guscio che mi avvolge. Con cui chissà quando e chissà perché mi sono avvolta.

L'imperativo del momento è avere desideri e reazioni smodate, che facciano da pedana di lancio per azioni necessarie e magari anche rischiose.

L'imperativo del momento si ridurrà ad amare equamente, per quanto possibile, la mia imperfezione e la mia forza.

Anche adesso che la prima è visibile e la seconda nascosta e fragile.

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