ritengo che per comprendere interamente una sola cosa, non importa quanto sia minuscola, occorra la comprensione di ogni altra cosa al mondo. Ecco perché a volte mi do per vinto di fronte alle cose più semplici; ecco perché non mi dispiace di passare una vita intera nel prepararmi a iniziare la mia indagine. (John Barth. L'opera galleggiante)
giovedì 16 ottobre 2008
mentire
Lo riconosco, l'amore quando lo vedo.
Il mio zio che sorridente mi guarda e chiede "allora! Come va! Quanto sei felice?"
Quello è amore. Di un tipo semplice e ingenuo. Non potergli dire "sì, sono felice" per me è una sconfitta.
Riconosco l'apprensione, quando la vedo. Quel modo di guardarmi dentro della mia amica quando sa che sto per piangere ma trattengo tutto sotto la frase "in qualche modo sistemerò tutto" è apprensione. Anzi è apprensione+amore. Vorrei dirle quanto le sono riconoscente.
Non ne sono capace.
Mi consolo sapendo che lei, in fondo, questo lo sa.
La sensazione generale è quella di essere inciampata, caduta ed essermi spaccata i denti sul selciato.
Non chiedetemi come sto, così non dovrò mentire.
sabato 4 ottobre 2008
A winter's tale
la biondina è uscita dal metro, trascinando la sua pesante borsa -rigorosamente verde- carica di scartoffie, libri, telefoni e relativi caricabatterie, e altra roba tipo pacchetti di caramelle a metà, bottigliette d'acqua, scontrini usati, sigarette, quattro mazzi di chiavi, cinque penne (tre verdi) e quattro matite di cui una spuntata, fazzoletti, una busta con dei trucchi e uno spazzolino da denti, e altri oggetti inutili.
vestita solo di un velo di tristezza nuovo di zecca, di una collana a maglie fitte con un ciondolo al centro e del suo profumo di fiducia.
Stanca. La biondina non è mai stata così stanca in vita sua. Ci pensa solo un istante prima di ripartire per un nuovo viaggio alla ricerca di caffè per tenersi in piedi e versi in rima per tenere il ritmo.
Intanto si avvicina l'inverno.
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