La vita è piena di cose bellissime.
Tipo questo quadro, nuovo sfondo del desktop,
tipo questo film, rivisto tardi mentre il caldo scioglie i tasti del computer,
tipo fare bene il tuo lavoro senza bisogno che qualcuno ti dica brava.
Penso sia colpa mia se ora non vedo la bellezza, ma mi sto esercitando e a un certo punto ci riuscirò di nuovo.
ritengo che per comprendere interamente una sola cosa, non importa quanto sia minuscola, occorra la comprensione di ogni altra cosa al mondo. Ecco perché a volte mi do per vinto di fronte alle cose più semplici; ecco perché non mi dispiace di passare una vita intera nel prepararmi a iniziare la mia indagine. (John Barth. L'opera galleggiante)
mercoledì 15 luglio 2015
giovedì 28 maggio 2015
cristallo
«Perché ha un bene più prezioso di qualsiasi intelligenza: un cuore
onesto e fedele! È questo il tesoro naturale che
ha conservato intatto per tutta la vita. Non ha resistito agli scossoni,
si è disinteressato a tutto, è caduto in letargo, battuto e
deluso, dopo aver perduto la forza di vivere, ma no ha perduto né
l'onestà né la fedeltà. Il suo cuore non ha mai dato una
nota falsa, il fango non lo ha contaminato. Nessuna menzogna, per quanto
ben costruita, potrà mai sedurlo e nulla potrà
attirarlo su una falsa strada; anche se sarà contornato da un mare di
sozzura e di perfidia, anche se tutto il mondo sarà
avvelenato e sovvertito, Oblomov non si inchinerà mai all'idolo della
menzogna, la sua anima rimarrà sempre pura, limpida,
onesta... Un'anima cristallina, trasparente; gli uomini come lui sono
pochi, sono rari, sono perle nella folla! Il suo cuore è
incorruttibile: te ne puoi fidare sempre o ovunque. Ecco perché tu gli
sei rimasta fedele, e perché non giudicherò mai un
peso dovermi preoccupare per lui. Ho conosciuto molti uomini ricchi di
nobili qualità, ma non ho mai incontrato un cuore
più puro, più limpido, più semplice del suo; ho amato molte persone, ma
nessuna con tanto calore, con tanta costanza come
Oblomov. Una volta che hai imparato a conoscerlo, non puoi cessare di
amarlo. Non è così? Ho indovinato?».
Ivan Gončarov - Oblomov
sabato 7 febbraio 2015
Diario
Non è che non abbia avuto voglia di scrivere in questi mesi.
Ne ho voglia sempre, ho sempre diecimila fogli in borsa e diecimila idee in testa.
Mi è solo mancato il tempo per tirare le fila di tutto quello che ho fatto.
Intanto mi dico brava, perché ho lavorato dieci mesi di fila dalle 9 alle 20 senza sosta, con in mezzo un Natale in negozio e le scadenze dei libri che dovevano uscire. E con la sveglia, ogni giorno, alle 6.30: in barba a tutti quelli (fra gli altri me stessa) che non pensavano che le levatacce quotidiane si potessero combinare con la mia insonnia.
Lo devo dire: è stato bellissimo.
Ho conosciuto autori, letto libri magnifici, compilato indici, scelto immagini per le copertine, fatto pasticci, imparato da tutti: dalla direttrice, dai grafici, dai compositori, dalle colleghe di redazione e di magazzino. Ho passato ore sugli autobus studiando la gente e leggendo senza sosta, ho bevuto decine di caffè della macchinetta e mangiato quando me lo ricordavo. Non mi sono annoiata nemmeno un momento, non mi sono pentita nemmeno un momento.
Ho ricevuto stima e affetto e la promessa di lavorare ancora.
Adesso che sono fuori dalla bolla, riprendo lentamente le forze.
Molto lentamente.
Riprendo i miei progetti che sembrano avere ancora un futuro, e mi porto a casa ogni sera un lavoro che non volevo lasciare a metà.
Come se fosse un cerchio che si chiude, è un lavoro su un bellissimo diario, il lungo diario di un famoso intellettuale.
E non potevo chiedere una chiusura migliore: leggere pagine e pagine di vita di una persona interessante e capire - ancora più profondamente di quanto non lo abbia sempre percepito istintivamente - che la vita è scrittura, è narrazione, e a volte per leggersi dentro bisogna davvero fare un passo fuori da noi stessi.
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