lunedì 17 settembre 2007

lunedì

Niente, non passa.

Quest'irrequietezza è qualcosa che non sembra appartenermi, eppure è come se mi avesse morso la tarantola e mi dibattessi e contorcessi in silenzio e senza farmi notare.
Certo il fine settimana ha aiutato a rimettermi a posto, il buon cibo, il dormire fra lenzuola color mattone, certi impegni rispettati, certi schemi definiti. (Però lentamente. Aspettando che fossero maturi e si staccassero da soli dal ramo perché era esattamente il momento giusto.)
Ha aiutato anche quella telefonata, nel cuore del pomeriggio lavorativo del giovedì, che annunciava idee e progetti potenzialmente meravigliosi, anche se molto difficili.

Ma oggi è lunedì, mi hanno rubato per la seconda volta il casco della vespa e stavolta l'hanno fatto scassandomi la serratura della sella.
Una ragazza ha rubato sicuramente una candela da uno scaffale e io l'ho persa di vista prima di poter fare qualcosa.
In generale non mi importa (a parte per il casco perché son soldi che non ho).
In generale quello che accade è che mi sento come una tigre in gabbia e non ho voglia di parlare, di raccontare, di fare i miei soliti sorrisi gentili.
Mi sento pulsare i polsi, mi sento come una febbre che sale: tutti quei desideri lasciati a metà che ora sembrano impossibili da trascurare.
C'è una serie di cose da scuotere e sbattere dopo anni che stanno negli angoli a impolverarsi. Sarà un lavoro duro.

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