domenica 2 settembre 2007

addio al nubilato

L. si sposa. Lei e il suo fidanzato stanno insieme da qualcosa come dieci anni o forse sono nove. In ogni caso è da tantissimo tempo. Insieme sono cresciuti e cambiati tanto e io, da vicino o da lontano, ho assistito ad ogni passo. Abbiamo fatto vacanze insieme, cene, studiate; ho fatto il servizio fotografico alla laurea di lui e organizzato compleanni e feste. Mi hanno accudita quando vivevo come una larvetta perché l’infelicità era più larga delle ore che passavano e si sono accollati i miei malumori e i miei batticuori senza mai scomporsi. Ci sono sempre stati.

E un po’ anch’io.

Ero lì quando si sono messi insieme e sono qui adesso.

Alle nozze sarò una delle testimoni della sposa con altre due amiche del liceo.

C’era da organizzare una festa. Chiamarla addio al nubilato mi fa tristezza, vengono subito in mente quelle tristi vicende di spogliarellisti e sbronze fini a se stesse in cui nessuno si diverte davvero. Roba rozza. Roba che fa somigliare subito la gente a personaggi del grande fratello e che fa pensare al Paese che si sfascia e che vota per Berlusconi.

Ci voleva una cosa che somigliasse a L., e a noi.

Così siamo state in volo su una mongolfiera.

E., l’altra testimone, aveva preparato tutto per mesi, una cena nella sua casa in campagna a base di panzanella, carpaccio di zucchine e insalatina dell’orto. E vino bianco per brindare. Poi gelato e a letto di corsa. La sveglia prevista per le quattro e trenta del mattino. La mongolfiera si alzava in volo alle sei e trenta.
Quando ci siamo svegliate era notte fonda, il cielo nero della campagna intorno era ancora tutto pieno di stelle. L. ha ricominciato a chiedere e chiedere, non vedeva l’ora di scoprire la sua sorpresa. Abbiamo alzato la radio in macchina per tenerci sveglie. Dieci minuti dopo che eravamo partite i fari hanno illuminato tre cerbiatti che attraversavano la strada lentamente. Ci hanno lanciato una breve occhiata prima di proseguire piano, guardando avanti come se avessero uno scopo.

Quando siamo arrivati a destinazione il cielo schiariva appena. Nella loro casa diroccata, nel Chianti senese Robert e sua moglie Liz ci hanno accolte con caffè e tè. Noi avevamo portato uno strudel. In giro animali domestici, libri, luci soffuse.

L. era stata bendata all’arrivo, tolto il foulard solo nella cucina calda, piena di stoviglie e tazzine da caffè tutte diverse, si guardava intorno come se fosse finita di colpo nella casetta di marzapane. Robert era stato avvertito. Ha detto “qualcuna di voi venga ad aiutarmi a sellare i cavalli”. Un minuto dopo E. ed S. Tiravano i fili del pallone che si gonfiava, e L. scopriva la sua sorpresa, mentre il cane Mosca correva su e giù come un pazzo davanti alla casa.

E’ difficile descrivere la faccia che ha fatto. Rapita, incredula, con le braccia spalancate. Siamo entrate dentro il pallone mentre si gonfiava e ci siamo guardate sorridendo coperte di riflessi verdi.

Il resto è stato strepitoso. Volare all’alba nel silenzio più totale, toccare con le mani le cime degli alberi, vedere dall’alto la dolcezza della campagna toscana, i cipressi, i viottoli, l’ocra e il verde.
Poi atterrare in un campo e fare colazione lì con pizza, melone e spumante per il battesimo del volo.

Infine tornare a casa su un fuoristrada tutto aperto, come avessimo fatto un safari, e prendere il caffè nel paese vicino. E’ stato tutto perfetto, compreso il resto della giornata passato al mare a Baratti, a prendere il sole e dormire.

Abbiamo fatto tardi. Ci siamo fermate a cena a Massa Marittima davanti alla cattedrale, sporche di sale e sabbia. Nessuna di noi realizzava davvero, ancora, quanto la giornata fosse stata incredibile.

Non riuscivamo a liberarci dall’emozione, dalla voglia di raccontare. A tarda notte, incuranti delle gole seccate dalle mille chiacchiere e dalle risate, abbiamo cantato i Beatles a squarciagola in macchina come se fossimo state in gita scolastica

Poi, poco prima di arrivare a destinazione, stanche morte, desiderando di dormire come mai prima, un cerbiatto ci ha attraversato la strada.





Update
messaggio ricevuto il 26 agosto 2007 ore 15:11

Ma quanti baci vi vorrei dare... Le mie sognatrici belle entusiasmanti divertenti gioiose tutte matte!

La Sposa

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