domenica 9 settembre 2007

tenera

E’ tardi e sono ancora qui che mi faccio bella, pezzo per pezzo, cera, crema, smalto, capelli. E’ stato veramente stancante raccogliere tutte le forze per essere perfetta domani. Ho dovuto correre, sudare, arrabbiarmi. Con il lavoro nel mezzo, con nel mezzo gli altri impegni, lo studio, e tutto il resto.

Mi sono anche sciolta in lacrime a metà del tragitto, e ho provato la cara vecchia paura mostruosa di guardare fuori dalla finestra. Quella sensazione che riesco a descrivere solo ricorrendo all’immagine del dottor Dick Diver alla fine di Tender Is The Night.

Non ho provato veramente quella sensazione l’altro giorno, ma mi sono ricordata com’era. Ho ritrovato i suoi spigoli e il senso di vuoto. E’ stato orribile. Non riesco a pensare che sia possibile la guarigione, riesco solo a mettere tutto quanto in soffitta.

Come con la stola di volpi che era chiusa nel baule quando ero piccola. Avevo il terrore di quelle volpi, di quegli occhi gialli, imbalsamati eppure feroci. Ma mi tranquillizzava sapere che erano chiuse nel baule delle cose vecchie, con un lucchetto sulla fibbia.

Poi ho fatto dei lunghi respiri.

Domani, al matrimonio, sarò perfetta. Sono davvero felice di quello che sta per accadere, mi dà un senso di fiducia nel futuro che per natura non avrei. Avrò il guscio giusto, senza una sbavatura, senza un filo tirato, senza un capello fuori posto. Voglio ridere, bere, abbracciare la mia amica più che posso.

I capitoli sono nuovi, nonostante Fitzgerald.

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