Sento un profumo, addosso e intorno, un profumo che riconosco.
E' il detersivo per i panni, è la crema per le mani, è l'odore della carta.
Mi piace.
Sento un fremito, addosso e intorno, un fremito che riconosco e che mi intimorisce e mi attrae allo stesso tempo.
Non lo so se mi piace ma ho deciso di coltivarlo per un po'.
Sono giorni che, anche se dormo veramente pochissimo, faccio sogni strani e mi sveglio col desiderio di trascriverli, di farmeli apparire come pensieri razionali.
Perché io ho bisogno, quasi sempre, di razionalizzare.
Invece poi ho deciso - forse me lo sto dicendo adesso, mentre lo scrivo- che no: non posso mettere nero su bianco anche quelli.
Ho pensato: sarà il caso di lasciare che qualcosa nella mia vita non sia spiegabile con virgolette aperte e poi chiuse, o con sottolineature in grassetto? Sarà il caso di lasciare che la mia pancia abbia le sue reazioni senza sentirmi in dovere di prenderla a bacchettate per farla rimanere ferma e buona seduta nel suo banchino?
Così forse quando mi dicono "ok, adesso stai razionalizzando, ma i tuoi sentimenti quali sono?" avrò anche io qualcosa da dichiarare.
Di solito mi guardo intorno come se "i sentimenti" di cui si parla fossero delle persone entrate nella stanza dopo di me per sbaglio, perché non mi sono chiusa bene la porta alle spalle.
Invece credo che proverò a mettermi in ascolto.
Ascolterò questo profumo che mi piace, e speriamo che abbia davvero qualcosa da dire.
Nessun commento:
Posta un commento