Non so dire cosa sia successo ma oggi tutto sembra fragile e trasparente.
Il caffè, i miei post it, i fiori sulla tavola. Ascoltare gli strokes di prima mattina, un film di Fellini prima di dormire. E’ tutto così familiare e tutto estraneo.
Vivere con la sensazione costante che qualcosa stia per accadere e notare le piccole differenze giorno per giorno, eppure fare in modo che tutto sia silente, che le giornate restino immutate.
Mi ricordo le cose, quelle piccole e quelle grandi, ma solo io le ricordo. Come il finale di quella poesia recitato una sera di giugno. Proprio in quella poesia mi sono imbattuta a Venezia, per caso, (perché il caso è un comico eccezionale) e a momenti cado per terra. Guardo le persone negli occhi nella speranza che riconoscano il mio sguardo, ma non succede mai e penso che sia perché lo sguardo non è più, non sarà più lo stesso.
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