giovedì 22 luglio 2010

risate a denti stretti


Oggi ore 9.30 sono arrivata in negozio con colazione già fatta -quasi un miracolo- un sonno spaventoso e un caldo già decisamente superiore alla soglia di sopportazione. La mia, intendo, che come è noto resiste impavida a 38 gradi girandosi di là. Però l'aver già fatto colazione aiutava, in fondo è la parte più bella della giornata, la colazione, sempre e comunque.
Accendo il computer.
Schermata nera.
Un ragionamento di dieci minuti, poi una scritta.
Chiamo il tecnico.
"il computer non si accende, compare una schermata nera e dice questo e quello"
"oddio"
"come oddio?"
"è la cosa peggiore che ti potesse succedere."
"cioè?"
"Cioè il tuo computer ha appena detto che è morto e ti prega di seppellirlo"

Ora, per fortuna non si trattava del mio computer, però un po' di effetto me lo fa lo stesso. Siccome io in negozio praticamente ci vivo, dentro ci sono tutte le mie ore lavorative, tutte le mie foto scaricate in un angolino, un paio di traduzioni e due tesine. Ah, e la mia tesi di laurea.

"vengo domani" dice il tecnico "che qui sono tutti in ferie e io ho lavoro fino alle nove di stasera."
"domani? Ma io..."
"guarda, non mi posso commuovere, ti giuro che dico la verità.

Ma la verità è che nel 2010 lavorare una giornata intera senza computer è veramente impossibile.
Tutti gli ordini per i clienti in attesa: saltati;
l'ordine che dovevo fare alla ditta danese: saltato;
l'inventario del Natale 2009 che dovevo consultare per compilare l'ordine per la ditta danese: irraggiungibile: quindi l'ordine per la ditta danese non si può fare neanche a mano;
la stampa delle bolle per la merce in partenza: saltata;
la conferma dei pagamenti della merce acquistata on line: saltata.

E di sicuro mi sto scordando qualche cosa.
Comunque è stata una giornata estenuante. Le cose da non poter fare si moltiplicavano, le persone da chiamare, con cui scusarsi, con cui litigare, con cui fingere, sembravano infinite.
Ho iniziato a navigare on line col telefonino, pur di non sentirmi dire per la ventesima volta
"c'è un problema? Mi mandi una mail a questo indirizzo"
"io non posso usare internet è QUESTO il problema!"
La capa, giunta in negozio per cercare di arginare le falle, a un certo punto mi ha guardata e ha cominciato a ridere.
Ho cominciato a ridere anche io.

Siamo a un passo dall'isteria, tutti.


N.B. Un grazie alla B. che nel momento di massima crisi è arrivata con due bibite fresche. Gli amici, nel momento del bisogno, a volte neanche li devi cercare.

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