sabato 17 luglio 2010

pietre

In queste giornate bollenti uno pensa alle cose più varie e diverse, e si immedesima nei sassi, nei fiori, nelle pietre degli edifici, e tutti i pensieri evaporano come bollicine senza lasciare altro addosso se non una specie di residuo di futilità e fatalismo.
Così, pensa che ti ripensa, sono caduta dal motorino. Non era colpa mia, era colpa del signore che non mi ha vista, complice la ridicola macchina enorme, fatto sta che dovunque uno si trovi non essere vista non fa mai granché piacere, e soprattutto non fa piacere appoggiare un piede nudo sull'asfalto zozzo e rovente in cerca del sandalo perduto nell'urto.

Altra cosa che lascia un po' interdetti è l'amica dell'amico che ti dice che si è appena laureata nel tuo stesso dipartimento e ti chiede consigli per il futuro.
"Futuro?" dico io, e immediatamente penso ai giorni in cui al futuro ci pensavo come a una cosa diversa dal presente, son stati pochi, lo confesso, ma insomma la parte della tipa che ci è già passata e che dovrebbe dare delle speranze alla fanciulla già di per sé speranzosa non mi si addice tanto, tanto che ho spudoratamente mentito sulle cose belle che ti capitano quando ti sei scelta come compagna di vita la letteratura e la lingua di un altro, e ho giurato che è una cosa meravigliosa e che non ti abbandona mai. Quest'ultima non era propriamente una bugia (va bene, neanche la prima è propriamente una bugia), d'altra parte mi capita anche di pensare di avere accanto, più che un compagno fedele e amoroso, un marito bisbetico che ti sgrida se non hai cucinato la cena, ma questa è solo una sensazione degli ultimi tre giorni di stanchezza e insonnia, non so se la sottoscriverei domattina, anzi, quasi sicuramente no.

Mentre io penso agli ordini in sospeso del magico mondo delle candele, alle clienti e a bere 4 litri di acqua minerale al giorno, la mia amica M. scrive delle cose belle, e le scrive proprio bene. Forse avrei dovuto far leggere questo, all'amica dell'amico in cerca di speranze per il futuro.


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