il 2010 sembra un anno particolare: avvenimenti grandi, avvenimenti piccoli, comunque roba di un certo spessore. Contratto a tempo indeterminato, lavoro triplicato, altri lavori, stanchezza multipla, casa da tirare su, eccetera eccetera eccetera.
Ma non è la fatica di un anno un po' difficile quello che mi colpisce.
Mi colpisce lo squilibrio.
Ora non giova che le cose nel nostro paese vadano a rotoli, non giova la crisi, non giova la frustrazione generale, ma le persone mi sembrano sempre più scombinate, sempre più prive di autocontrollo.
Le sclerate sono all'ordine del giorno o quasi, e quasi sempre sono originate da cose minuscole: un secchio non svuotato, un ago di pino caduto nel posto sbagliato.
Quasi meccanicamente tutte queste schegge di follia mi puntano e inevitabilmente mi trafiggono.
Ora, come diceva la mia amica napoletana, "tu si 'na calamit' 'e pazzi". Credo che sia un po' vero, devo avere un'aria rassicurante, e comunque ci ho fatto l'abitudine da quando il matto del quartiere ha iniziato a sedersi di fronte a me e a fissarmi mentre studiavo al parco.
Ma in questo periodo mi succede così spesso che mi sento pazza anch'io, e forse questo era l'inevitabile finale di questa storia.
Presto mi troverò a camminare su e giù per la strada declamando qualche poesia.
Forse sarà liberatorio.
Per il momento, per brindare alla mia nuova pazzia, mi dipingo le unghie dei piedi di viola.
Buon fine settimana, e buona luna piena a tutti.
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