Ascolto ininterrottamente i National dai primi di Maggio ormai, come quando da ragazzina ascoltavo la stessa cassetta venti volte in un pomeriggio, e continuo a essere sovraccarica di emozioni, però in un modo diverso da quando ero una ragazzina. Oggi ero così assorta che mi sembrava che certe note mi fossero entrate sotto la pelle, allora mi sono imposta di smettere e ho dato una girata a caso alla rotella dell'I-pod. Ed è saltato fuori Dente che cantava so benissimo cosa c'è nei tuoi occhi bagnati, un po' di pioggia e un po' di ferite...
Intanto, tanto per cambiare, un acquazzone di prima categoria mi travolgeva. Sono rientrata a casa fradicia come quella volta che i miei amici mi hanno buttata di peso dentro la fontana della piazza davanti alla scuola. Capelli appiccicati alla faccia, vestiti da strizzare, fiatone e guance rosse per aver corso.
Non so come spiegarli, certi momenti. E' come essere un filo dell'alta tensione che può fulminare da un momento all'altro chi lo tocca. Sembra tutto regolare e calmo, non manifesto nessun cambiamento apparente.
Ma c'è un tumulto. C'è più tumulto del solito là sotto.
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