"per fortuna che mi sono portata il termos."
E' il mio unico pensiero da più di un'ora, da quando ho messo piede nel vecchio negozio, quello in cui ho cominciato a lavorare e dove devo passare tre giorni in assenza dell'altra commessa.
Un freddo così penetrante che entra in testa e pulsa, pochissima gente, questo posto piccolissimo, tappezzato di cose e silenzioso, proprio come ai vecchi tempi.
E freddo, freddo come essere all'aperto, invece che in questa minuscola scatolina.
E all'aperto, per la cronaca, ci sono -3 gradi.
*Sono tre giorni che combatto col mal di denti.
*Mi hanno rubato la posta dalla cassetta delle lettere del palazzo (come lo so è una faccenda troppo lunga).
*La corsa contro il tempo per le pagine è ricominciata ma stavolta, a differenza dell'ultima volta, non so cosa scrivere. O come scrivere quello che so. Oh, insomma, uffa.
I miei progetti, che sembravano tanto baldanzosi, si sono rannicchiati, infreddoliti anche loro, e sembrano rimpiccioliti.
Quello che dovrebbe tirarmi su il morale in questo momento sfugge, eppure il morale, incredibilmente, non è proprio basso.
Allora aspetto.
Aspetto aspetto...Aspetto.
Nessun commento:
Posta un commento