mercoledì 25 luglio 2007

cristallo

Fa caldo, in negozio non c’è nessuno, per strada nemmeno. Succhio gelato con la cannuccia, in attesa che i punti smettano di tirarmi. Va meglio, ora dopo ora, sento che il peggio è passato, ma mi sento come regredita a una specie di infanzia forzata, senza poter masticare, sgranocchiare, sbadigliare, nemmeno ridere bene. Tolto di mezzo il dente del giudizio che doleva, mi scopro a desiderare abbracci, mattinate lunghe e letture evasive. Non ho voglia di stare al computer, non ho voglia di vedere film. Vorrei solo leggere, passeggiare sotto il sole e dedicarmi al mio corpo, prendermi cura di mani, braccia, collo, capelli, e tutto il resto. Un pezzo alla volta, piano piano, volermi bene senza sentirmi vanitosa e frivola.

Il mio babbo, colto da raptus amoroso nei confronti di mia madre, mi chiama per sapere se lo posso accompagnare a scegliere un gioiello per lei.

Mi commuovo.

Questa famiglia brontolona e affettuosa, tutti questi fili tirati fra di noi senza i quali non staremmo nemmeno in piedi, come burattini molli.

Eppure qualcosa c’è.

A me non manca l’affetto, ma in questo momento sento come un languore: avrei bisogno di abbracci e carezze. Quando non si sta bene è naturale, ma in me è anche naturale la ritrosia, perché detesto vedere le persone che amo in agitazione per il mio benessere.

Così rimango lì, in attesa che l’asfalto smetta di essere bollente per appoggiare le gambe alla ringhiera del balconcino e sentire l’aria finalmente fresca che mi sfiora la pelle, cercando di scambiare quel tocco con quelli che vorrei, cercando di abbandonarmi, una volta tanto, a una carezza che non porti con sé anche qualche preoccupazione.

E facendomi un po’ male con la musica.

[Stay tonight
We'll watch the full moon rising
Hold on tight
The sky is breaking
I don't ever want to be alone
With all my darkest dreaming
Hold me close
The sky is breaking

I don't ever want to be alone
With all my darkest dreaming
Hold me close
The sky is breaking

David Sylvian, Darkest Dreaming]

1 commento:

Drogo ha detto...

Eppure qualcosa c'è ...
"Che triste sbaglio ... forse tutto è così, crediamo che attorno ci siano creature simili a noi e invece non c'è che gelo, pietre che parlano una lingua straniera, stiamo per salutare l'amico ma il braccio ricade inerte, il sorriso si spegne, perchè ci accorgiamo di essere completamente soli"
Eppure qualcosa c'è ...
... e quando leggo certi tuoi pezzi, mi verrebbe voglia di correre lì, cercarti, trovarti, conoscerti ...