lunedì 4 marzo 2013

Notes From Underground

E così, ecco che è volato via febbraio.

Facendo un rapido riassunto questo mese ho:
- gioito della nascita di una nipote meravigliosa;
- fatto un trasloco;
- montato con le mie mani 12 metri quadrati di libreria;
- aiutato un muratore a fissarla al muro;
- svuotato le scatole del trasloco (che erano 16) e trasferito tutti i libri che c'erano dentro nella nuova libreria;
- pulito tutto;
- finito l'inventario in negozio;
- portato a casa per una settimana di fila l'inventario per finirlo in tempo;
- fatta una serata di copiatura inventario in negozio insieme al capo che è finita a mezzanotte meno un quarto;
- finito due lavori per la casa editrice che dovevano essere pronti in cinque minuti;
- fatto due riunioni aziendali per un nuovo lavoro;
- scritti 70 dei primi 140 testi del nuovo  lavoro che mi hanno assegnato dall'azienda;
- fatto una cena mezzo di lavoro mezzo di piacere;
- votato;
- accudito i miei genitori entrambi influenzati all'unisono;
- tentato, spero con qualche minimo profitto, di impedire al ragazzino a cui faccio inglese di prendere un votaccio in pagella;
- portato a riparare il motorino che nel frattempo si è fermato;
- portato a riparare il caricabatterie del portatile che nel frattempo si è rotto.

Questa la nuda cronaca.

Per quanto riguarda i miei sentimenti mi sento di restringere la lista a queste cose:
- due mini sbronze (forse non definibili tali perché ancora parlavo e ragionavo, ma per i miei canoni abbastanza significative);
- due grosse arrabbiature che se ci penso ancora mi tremano le mani;
- tre grossi pianti, a cui non voglio pensare;
- una gioia immensa.

Schematizzare non mi piace ma schematizzare in questi giorni è indispensabile perché altrimenti non riuscirei proprio a non farmi travolgere dalle cose. Le emozioni sono potenti, le ore troppo corte, le cose da dire si esauriscono in "sono di corsa, ne parliamo poi". Schematizzare non mi piace, ma forse dovrei stampare questa lista e mostrarla a chi mi sgrida perché esco poco e a chi mi dice che mi rintano nei miei spazi.
Dio li benedica, i miei spazi, il famoso uovo intatto della Byatt, tutto quel lavorio dentro di me che è prezioso e che non voglio né sperperare né perdere.

La mia inclinazione alla solitudine è importante quanto il piacere che provo nel vedere o nel sentire i miei amici nei momenti in cui decido serenamente che ho voglia di farlo.

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