martedì 5 luglio 2011

Cream tea


Certo, il viaggio per Oxford porta via lo stesso tempo che cambiare continente, ma quanto me la ricorderò questa trasferta? I progetti, il freddo, il tè, gli Arcade Fire, il sonno nel pullman di ritorno da Londra, le parole.

Una vacanza vera, fatta di parole e musica, quel palco immenso al centro di Hyde Park, il tizio che mi fruga la borsa all'entrata, trova le fragole e me ne chiede una, le italiane, nella folla di locali, che a metà giornata tirano fuori il panino con la frittata, in mezzo all’invidia generale. Il sole tiepido nel parco, mentre per cinque giorni avevo sofferto un freddo che nemmeno io sospettavo di poter soffrire in piena estate, i bicchieri di birra che volano sopra le teste della gente annaffiandoti senza però infastidire troppo, in fondo è vacanza, è un concerto, sto ballando da due ore, sotto i miei piedi c’è un prato e sopra la mia testa cielo limpido e venticello fresco, e dei palloncini che ogni tanto si solllevano.

Sorellanza.

Tornare la sera da un’esperienza assurda al ballo di fine anno di un’università, dove tutti sono in lungo e cravatta bianca, e tu pensi che ti senti felice con la tua giacca di pelle e pantaloni neri, sei felice anche quando ti senti totalmente fuori posto, perché c’è con te una persona che ami e non ti importa del cretinetto ventenne tutto impomatato che ti fa il filo sfottendoti un po’, tanto sei lì con la tua macchina fotografica e la tua isola di pensieri, nelle orecchie hai ancora wake up e quel coro lungo lungo della gente al concerto e poi i giardini del college sono incredibili da come sono belli, così rubi un rametto di lavanda e lo infili nella tasca, per ricordartene, poi, il prossimo autunno quando la ritirerai fuori.

Poco dopo, in un locale del quartiere carino, semi deserto e con le luci basse, parli sottovoce con in mano un bicchiere di vino bianco e ti senti nuda e compresa, ti viene fuori anche un tremore, anche una lacrima, ma serve a capire che ci sono cose che non si allontanano per quanto siano lontane, che ci sono persone che sono sempre come le vorresti, ci sono comunicazioni che non falliscono, che gli anni non appannano.

Torni a casa con una valigia piena di libri, con un vestito blu come la notte, con in testa una specie di geometria, come un sonetto che finalmente trova la rima giusta. Spalanchi le finestre e dai un po’ d’acqua alle piantine e dopo tanto tempo, trovi la voglia di mettere un disco e sdraiarti sul divano, mentre fuori la campana della chiesa segna le ore e il ghiaccio tintinna nel bicchiere.

4 commenti:

fmiaval ha detto...

Welcome back :-)

cassandra ha detto...

grazie!

rose ha detto...

bentornata, e buona estate.

cassandra ha detto...

@rose: grazie... a breve si riparte. E' un'estate calda e serena.
Buone vacanze anche a te!