un mese che corre,
un sabato sera che sta per finire e questa cosa che mi ha preso allo stomaco, stasera.
Non so come si chiama, ma la so riconoscere, questa malinconia che si presenta in un modo doloroso, anche fisicamente. Mi fa contorcere un po' e mi fa desiderare di essere andata a dormire prima, per impedirle di farsi viva.
Le parole si diradano e i pensieri si affollano.
Non pensavo che potesse succedere quando un po' di ore fa tornavo a casa con un pacchetto bellissimo pieno di cose per Celeste, dopo aver passato due ore nel negozio a sceglierle. Anzi ero contenta, immaginandola con quegli occhioni e quel sorrisetto in una tarda primavera nord europea e pensando ai colori che le stanno meglio e alle cose nuove che scoprirà.
Faccio in modo di non pensare al fatto che avrei tanta voglia di vederla, e faccio in modo di non pensare a me.
Una bella prova.
Indugio sull'ultima tazza di tisana per ricordarmi quanto amo essere felice per il fotogramma di un film, per una canzone ascoltata nel cuore della notte, per la cassetta della posta quando è piena delle mie riviste.
Metto insieme tutte le cose belle che conosco per scongiurare una notte insonne, perché so che la bellezza è in tutti questi dettagli, non in me che perdo tempo ad analizzare i perché e i però.
Mi proietto su quello che c'è di bello fuori, metto su un altro disco.
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