Domani ho una festa in un locale, e domattina sono libera, credo che andrò a cercare un vestito adatto. E poi ho due viaggi da fare; uno a Sud e l'altro a Nord, oggi ho comprato il volo e ho controllato i bus di trasferimento.
Viaggiare, anche per due o tre giorni, è sempre stata la mia medicina, ma stavolta il senso di libertà che di solito provo quando faccio click su "acquista volo" era un po' disperso in mezzo ai miei turbinii. Mi sento un po' in ansia, so che mi passerà presto, ma per una volta la mia prima reazione non è stata la solita sensazione di aria fresca nei polmoni.
Stavolta ho bisogno di avere in pugno la situazione, anche se non c'è niente da avere in pugno perché il bello di spostarsi è non avere troppe cose da programmare e poi non c'è nessun particolare rischio di imprevisti. C'è solo l'affetto di chi mi ospita, la voglia di vedersi, la necessità di respirare altro.
Poi c'è un sacco di lavoro in mezzo, un sacco di stanchezza nelle ossa, un sacco di disillusione, e anche un nuovo cuscino per l'artrosi. E poi un po' di soldi in meno sul conto.
Poi c'è la consegna dei diplomi del master, con annessa presentazione dell'opera tradotta, ai più fortunati comunicata in anticipo su facebook.
Mentre mi chiedevo come era possibile mi sono arrivate risposte e conferme del fatto che non sono i colleghi del master a frequentarsi su facebook, ma i docenti. Forse è proprio vero che c'è qualcosa che non ho capito bene di certe dinamiche della vita (della mia vita?) allora.
Comunque no, non mi iscriverò a facebook.
Voglio conservare quella crepa nel muro da cui posso sgattaiolare via, se mi va.
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