In un mondo perfetto al concerto dei Glorytellers ci sarebbe tanta gente entusiasta, invece sabato al concerto dei Glorytellers eravamo in dodici. Siamo diventati venti verso il finale, perché dopo il concerto mettevano i dischi per ballare e un po' di gente ballerina era arrivata in anticipo.
In un mondo perfetto la Fiorentina vince lo scudetto una volta ogni tanto, il lavoro non arriva tutto in un giorno e poi si ferma per dieci mesi, i muratori non trapanano per sbaglio sul tubo del termosifone e la bolletta del gas non supera il costo di un mese di affitto.
Ma il mio mondo è imperfetto e a me piace pensare che ho la testa abbastanza dura per starci in mezzo a fare il bastian contrario.
Così sono fra i dodici che vanno al concerto dei Glorytellers, tifo per la mia squadra come se lo scudetto lo stesse per vincere davvero (ma solo la domenica, il lunedì già non mi interessa più); faccio le nottate per finire il lavoro che mi capita fra capo e collo tutto in un giorno, perché penso che se lo faccio molto bene poi si moltiplicherà come i pani e i pesci, basta avere pazienza; mi lavo i capelli nell'acquaio in cucina in attesa che il tubo del bagno sia riparato e metto tre maglioni per poter spegnere il riscaldamento.
Sia chiaro: questo non fa di me né un ottimista né un cuor contento.
Perché brontolo e brontolo comunque.
Ma penso che in qualche modo bisogna pure andare avanti, benché brontolando.
4 commenti:
l'hai messo un quadro di chagall anche nella nuova casa?
per ora le pareti sono completamente e meravigliosamente bianche :)
e almeno c'è un piccolo puntino nero da fissare ? :)
questo post mi piace molto, sì sì sì :)
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