La Svizzera è fredda e troppo ordinata.
Non ci ero mai stata, per me la Svizzera era un'immagine in un romanzo di Fitzgerald.
Sotto l'ostello ci passava un treno, e per strada si incontravano solo scrittori e partecipanti agli incontri con gli scrittori. E poi c'eravamo noi con tutti i nostri fogli e le borse e il bisogno di tè caldo alle quattro. E ogni tanto ridevamo come bambine in gita.
E una sera ho ordinato l'insalata caprese e mi hanno portato un piatto di pomodori e fontina.
(Invece adesso la radio sta passando The Sound of Silence, e anche questo mi sembra significativo.)
Sono sotto la coperta e dovrei già dormire, ma stasera c'è qualcosa che non me lo permette.
Mi è stato molto delicatamente detto che finché non mi decido a vomitare lo stomaco non tornerà a posto.
(-Ma dai, forza biondina, mica mi vorrai dire che sei triste adesso...
-no... non sono triste...
"No... the blues are because you're getting fat or because it's been raining too long. You're just sad, that's all. The mean reds are horrible. Suddenly you're afraid and you don't know what you're afraid of. Do you ever get that feeling?")
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