Parlare di questa ultima settimana è molto molto difficile.
Mercoledì sera ho passato una serata solitaria con i miei libri e le mie carte a farmi forza per non pensare che quel lavoro estenuante, dopo il lavoro estenuante in negozio sotto dieci faretti bollenti mi stava facendo perdere un concerto che poi si è rivelato il concerto del secolo. Alle una, mi sono sdraiata sul letto e ho messo su un film vecchissimo, poi ho chiuso gli occhi e mi sono addormentata.
In tutti questi giorni ho faticato come mai nella mia vita, credo, per concentrarmi solo e soltanto sui miei doveri e sul pensiero di un futuro che sia solo mio. Questo mi ha mandato avanti come una specie di mulo, senza farmi pensare al resto che intorno correva forsennatamente.
Tutto il resto.
Sentirsi sola, sentirsi smarrita, sentirsi costantemente sul banco degli imputati, tutto questo non mi ha spezzata. Piegata sì, e molto. E adesso sento che l’unica cosa che voglio è un po’ d’ossigeno.
Adesso voglio sperare, ne ho bisogno.
Ho bisogno di credere che l’amarezza che provo si dissolverà in una schiuma di onde che sbattono e di sonni freschi. Ho bisogno di credere che la fiducia che sento possa essere ripagata.
Voglio essere felice e amata perché, e forse è la prima volta che lo dico a voce alta, io me lo merito.
1 commento:
E' sempre più bello leggere quello che scrivi ... così bello che mi piacerebbe conoscerti di persona.
Se non disturbo, se ti fa piacere e quando hai tempo ... ti lascio la mia mail : drogog@alice.it
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