mercoledì 5 marzo 2008

nell'attesa

Oggi, super corsa in motorino per arrivare puntuale al ricevimento, e come sempre -secondo un corollario della legge di Murphy- quando sono puntuale io non sono puntuali gli altri e viceversa. Sono rimasta molte ore ad aspettare prima di parlare col mio Professore.
All'inizio, seguendo un suo suggerimento, sono andata al bar a fare colazione, ma poi faceva troppo freddo per restare fuori a fumare o a leggere, così mi sono messa a sedere su una panca nello stesso corridoio della stanza del Professore, in un angolo un po' defilato, col fido Murakami in grembo.
Ho letto molto, ma mentre leggevo ho anche pensato molto.
Sono sempre un po' timida fra i ventenni neo iscritti, quando capita che mi chiedano informazioni non sono mai veramente sicura di darle giuste, sono cambiate talmente tante cose da quando ero io, la ventenne neoiscritta.

Mi è venuto in mente un giorno che stavo seduta proprio sulla stessa panca in attesa di dare un esame di letteratura inglese insieme alle mie due compagne di corsi/sorelline-amichette. Siamo tre tipe diversissime una dall'altra e anche le nostre vite hanno preso pieghe molto diverse, ma ci vogliamo bene e per gli esami eravamo una grande squadra, una macchina da guerra di appunti, schemi e ripassi.
In attesa dell'esame siamo sempre state sorridenti più che impaurite.

Per quell'esame lì eravamo accompagnate da fidanzati vari e conoscevamo tutti. Quindi eravamo un piccolo crocchio cinguettante.
E mi sono ricordata, più che dell'esame, del dopo esame, quando siamo sciamate tutte e tre al bar di sotto a festeggiare col cappuccino.
A quell'epoca, devo dire, il cappuccino era l'alimento principale della nostra dieta.

La nostalgia mi sembra uno dei sentimenti più pericolosi che esistano al mondo. Costringe all'immobilità. E infatti la scaccio, quasi sempre, anche perché ci sono pochi episodi del mio passato che mi rendano nostalgica (la maggior parte mi rende nervosa, se non arrabbiata). Ma in questo caso più che nostalgia ho provato della tenerezza, per quell'ingenuità e per quella voglia di assaggiare tutto e di mordere tutto e quella sensazione che tutto e il contrario di tutto fosse possibile.
E' forse davvero l'essenza stessa dela giovinezza, come diceva Penna.
[Che di sicuro ho già citato da qualche parte, ma è tutto il giorno che mi gira in testa, e poi son due versi così semplicemente perfetti..]

Forse la giovinezza è solo questo
perenne amare i sensi e non pentirsi

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Sono lettrice silenziosa ma ci sono. Non commento quasi mai perchè direi sempre e solo "Anche io la penso così, anche io sto provando queste cose".
Stavolta devo dirtelo: l'ultimo paragrafo è una riflessione bellissima e scritta in un modo davvero evocativo.
E' sempre bello leggerti.

cassandra ha detto...

grazie Kit, anche per me è sempre un piacere trovarti qui.
:)