giovedì 29 marzo 2007

domande

Quello che la serata offre sono gocce di pioggia pesanti come martelli mentre attraverso la città in motorino col freddo fin dentro le ossa e la spalla che torna a far male.

Quello che la serata offre è un bivio fra sprofondare sotto le coperte e vedere un vecchio stupido film o continuare a studiare almeno un’ora, un’ora sola, che è sempre meglio di niente. Un’ora, dieci righe forse, se scrivo piccolo potrebbero trasformarsi in qualcosa di utile, ma potrebbero anche prendere quella china di quando sono stanca e scrivo senza punteggiatura e mi scordo di mettere le maiuscole ai titoli dei libri. Quelle distrazioni che fanno arrabbiare il mio professore più del ritardo di una consegna o della mia titubanza a dire quello che penso quando lo penso, che lui temo scambi per una specie di civetteria.

Dieci righe o un vecchio film con un attore sexy, che faccia le veci di un libro sul comodino, che stasera non riuscirei nemmeno a reggere senza farmelo cadere sulla faccia.

Quello che vorrei davvero invece è una mano calda appoggiata sulla schiena, chiudere gli occhi e credere che la giornata di domani sia facile, fatta di impegni già assolti, fatta di cose da buttare dietro le spalle.

Stanotte ho sognato l’America. C’erano tutte le persone che ci dovevano essere, ma poi c’era anche M. che mi diceva “La prima volta che siamo andate in Inghilterra eravamo insieme, e anche la prima volta che vai negli Stati Uniti ci devo essere anch’io”. E rideva e io ero contenta, mi sembrava naturale che si fosse aggiunta al numero dei viaggiatori.

Forse la verità è che sono tutti troppo lontani, che le persone mi mancano e anche se sono vicine al cuore a volte le vorrei accanto per un’occhiata complice, o un pizzicotto.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Bel blog, molto ben fatto

cassandra ha detto...

grazie grazie