giovedì 8 marzo 2007

Esplosioni. (parte seconda)

Alle otto del mattino mi telefona la padrona di casa. Agitatissima, parla a raffica. Come è noto io la mattina appena sveglia capisco un quinto di quello che mi viene detto e solo se viene detto lentamente. Dopo vari tentativi di intergire con lei e varie stropicciature di occhi e orecchi riesco a capire che la mia coinquilina ha chiamato dal lavoro per dirle che il bagno è di nuovo bloccato. Che manderà suo figlio con uno sturalavandini per provare a far ragionare i tubi (ma con lo sturalavandini ci proviamo anche noi da secoli e non penso che il figlio –per quanto brillante giovane chirurgo, gioia di mamma e papà- cambi la situazione. Mah).
Ore otto e trentadue, arriva il figlio.
Occhi pesti faccia provata. Capisco che la madre ha chiamato anche lui con lo stesso tono. Dice: “Ho fatto la notte, vengo direttamente dall’ospedale. Scusa” (Scusa?).

Sguardi sonnolenti di reciproca comprensione.
Prova con lo sturalavandini. Niente naturalmente.
Se ne va sognando le sue coperte e scusandosi.
Ore nove e cinque richiama la padrona di casa.
“Mando gli operai con mio marito.”

E arriva il marito. Nervosissimo. E due operai colossali e bonari.
Dopo varie discussioni viene fuori che ci demoliscono il bagno.
Che staranno una decina di giorni a lavorare, demoliranno la vasca, metteranno la doccia, toglieranno gli specchi.

Addio serate a mollo con la paperella di gomma e i romanzi.

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