lunedì 12 marzo 2007

la faccia nascosta della biondina (che è tanto tanto dolce, però...)

Sembri tesa. Nervosa.
Lo so. Un po’ lo sono.

Il fatto è che ogni giorno che passa mi sembra sempre di più di vivere due storie in parallelo. Come la luna: una faccia chiara e l’altra scura, una luce e un’ombra. In una storia sono libera, piena di belle sorprese, di progetti e di aspettative elettrizzanti. Leggo cose interessanti, vedo gente simpatica, chiacchiero, ascolto musica, vado al cinema. Mi occupo di me stessa, mi curo le ferite, mi metto nell’ottica di migliorami, di crescere e di diventare una bella persona, per quanto possa.

Nell’altra storia accumulo fatiche, insuccessi, noia e soprattutto persone con cui non chiederei di meglio che litigare forte.

L’uscita delle venti e trenta della mia padrona di casa per esempio.

“Sono entrata in casa stamattina per pulire il bagno prima che vengano gli operai e mi sono messa vergogna. Non si può tenere così un appartamento.”
“Forse sto sognando” mi sono detta. “Questa donna è venuta a pulire il mio bagno mentre non c’ero? E mi sta davvero dicendo che la mia camera era in disordine? E che sono tornata al liceo che mi devono dire di piegare le magliette e metterle nell'armadio?”

“Le è venuto in mente” dico con gentilezza ma mal celando una certa seccatura “che se non abbiamo l’uso dell’acqua ci può riuscire difficile pulire la casa a dovere?
“Le camere da letto sembravano un mercatino”

LE CAMERE DA LETTO?

E’ troppo. Non ho nessuna intenzione di giustificarmi (di cosa poi non si sa) e poi sono stanca, devo ancora cenare e stendere una lavatrice.

“Facciamo una cosa, vediamoci in settimana e parliamo di tutto va bene?”
E già mi viene voglia di aspettarla al varco, di dirle che non si permetta mai più di entrare in camera mia, che non si permetta mai più di dirmi come devo vivere, e poi rincararla con tutte le cose che mi hanno sempre dato fastidio: le telefonate di domenica mattina, le allusioni alla nostra vita sessuale, le migliaia di bugie che ci ha sempre appioppato, e mi viene voglia di dirgliele gridando forte, ma non tanto perché cambi qualcosa della nostra situazione, quanto perché mi farebbe bene.

La mia vita quotidiana è già fin troppo piena di fatiche inutili per dovermi occupare anche dell’ennesima (ennesima nel senso che le mie clienti sono così all 85%, però al negozio almeno mi pagano) casalinga frustrata con le manie di perfezionismo.

Mi viene in mente il giorno che l’ho conosciuta. Ero con mia madre. Lei disse “la casa è questa, le ragazze possono vivere come vogliono basta che non portino uomini in casa”
Mia madre che queste cose le vede come il fumo negli occhi la spettinò con una delle sue frasi lapidarie. Qualcosa del tipo “non si permetta di dire a mia figlia come deve vivere. Alla sua educazione ci abbiamo pensato noi quando era il momento.

E naturalmente da quel momento mia madre gode del rispetto incondizionato della signora.

Chissà se sarò in grado di essere così tagliente.
Eppure la mia faccia un po’ nera in questo periodo è pericolosamente scoperta. E quindi forse si sta avvicinando il giorno in cui riuscirò a fare quella sfuriata che tutti aspettano da anni.

Attenzione.

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