Dopo aver finito di fare i ruzzoloni erano le otto di sera, il cielo dipinto d'oro, il vento ancora un po' alto, la spiaggia deserta, un castello di sabbia abbandonato destinato a sgretolarsi nella notte. Gli amici, come me, sorridenti e avvolti nell'asciugamano.
Un'immagine di perfetta beatitudine che avevo scordato davvero da tempo.
Abbiamo bevuto l'aperitivo tutti bagnati e salati godendoci il tramonto e chiacchierando. Siamo tornati verso casa con il buio, con le bici tutte incolonnate dietro l'unica che aveva la dinamo.
Nel frattempo la mia mente faceva ginnastica.
I miei progetti paralleli hanno avuto una spinta nel mese di luglio. Ci sono cose belle che potrebbero davvero succedere. Altri castelli che sembravano completamente in aria ora sembrano poter atterrare e trovare qualche forma di fondamento. Sogni, forse, che come direbbe Saba si fanno e disfanno nella mia mente dandomi quel brivido a lungo dimenticato di poter essere speranzosa, di poter fantasticare.
Soprattutto, i miei progetti paralleli mi hanno permesso di ritrovare quella gioia grande di lavorare insieme, di passare le notti a scrivere con un'amica accanto, mentre l'altra amica disegna e nel frattempo ci somministriamo gelato e vino bianco.
Quando tutti tornano a casa da discoteche e locali, noi torniamo sorridenti inventando nuove storie e ridendo come se non fosse notte fonda e non dovessimo andare a lavorare dopo poche ore.
Se anche tutto questo galoppare fosse servito solo a questo, sarebbe già sufficiente per rendermi felice.