Ogni volta che appunto la matita penso a che bel movimento fa il legno sotto la lama, a come si trasforma in un foglio sottile e ondulato, e a come potrei girare e girare per un tempo indefinito e stare a guardare quella ruota finché non si spezza.
-Guardami, non ti capierà più di vedere le cose così chiaramente. Così vedi com'è. Il groppo in gola, il respiro mozzato e lo sguardo che vaga nel punto più lontano possibile da me.
-E' tremendo, ho visto il tuo corpo contrarsi e fuggire rimanendo esattamente immobile nel posto in cui è.
-Te lo dicevo.
Qua dentro nel pomeriggio la luce entra di taglio, e si ferma esattamente sui libri. Oltrepassa le foto e il barattolo delle penne. La pianta fa un'ombra sul soffitto che sembra un ricamo. Tutto quello che c'è qui intorno prende un colore inconsueto, che non gli appartiene veramente. Ho provato cento volte a fermarlo con la macchina fotografica, ma la foto normalizza tutto e lo riporta ai colori standard. Di sicuro è perché non sono brava abbastanza a fare le foto.
Oppure perché quel colore è quello che vedo io, e dentro la mia testa, dentro i miei occhi, le cose non sono come fuori.
-Mi devi spiegare perché ti senti così strana, così fuori posto, così scombinata.
-Devo?
-Non è così, non lo capisci?
-No.
-Quand'è l'ultima volta che sei stata felice?
-felice?
Temperatura minima otto gradi, massima ventidue.
Primavera al pomeriggio e autunno alla sera. Cielo sereno, vento debole. Un cane che abbaia in lontananza. Chet Baker.
Gesti consueti, il consueto logorio.
4 commenti:
e tu? Quand'è l'ultima volta che sei stata felice?
... già. Ma sei mai stata felice ?
... a quanto pare il dibattito sulla mia felicità è appassionante... :)
... se la felicità esistesse lo sarebbe ancor di più.
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