
Ci sono certi momenti della vita in cui tiri delle somme e le somme si ripercuotono sempre sulle persone oltre che su te stessa.
Ci sono persone che si meritano solo un vaffa, e persone che si meritano solo un addio, e persone che semplicemente vorresti sapere adesso che stanno facendo e perché è così tanto tempo che non le senti.
E persone a cui sai che non hai bisogno di spiegare nulla. Sono quelle persone che non vedono la mia faccia piena di cicatrici, non vedono la rassegnazione nascosta dietro una borsa carina, ma vedono la mia passione, la mia rabbia e anche il mio dolore, e continuano a dirmi che sono bella e che sono in gamba. Quelle persone sono come pietre preziose in mezzo al carbone.
Che poi si fa per dire somme.
Somme, moltiplicazioni e radici quadrate, ci sono momenti in cui tutto quanto ha la consistenza di un bilancio.
Ci sono sere in cui pensi a quanto sei ricco, anche se sei povero, oppure a quanto sei povero anche se sei ricco, e giuro che non è il solito stupido giochino di parole o sfoggio di retorica.
Ci sono sere in cui ti senti forte, come stasera, e sere in cui il mondo è sbriciolato davanti ai tuoi occhi, e sere in cui l'ultima sigaretta la fumi sul balcone, al freddo da sola, pensando a tutto quello che hai bruciato in un falò gigantesco in dodici mesi.
Dodici mesi precisi, e tutto sembra dover ripartire, di nuovo, da zero.
Ci sono sere in cui ti commuovi al pensiero che ti potrai stendere sotto le coperte, scrocchiarti le caviglie e leggere un romanzo per piacere e non perché devi.
Io stasera vado a dormire, e sono le ventitre e quarantasette, (praticamente con le galline per i miei standard) e per la prima volta da un anno a questa parte vado a dormire senza senso di colpa.
Altro che bilanci.