mercoledì 1 settembre 2010

emozioni di ritorno

È stata una lunga estate, piena di riflessioni e di letture.

Ho passato giorni meravigliosi in un posto che mi è caro e poi ho passeggiato in una Venezia silenziosa scoprendo parti di me inedite e, credo, molto importanti. Adesso sono a casa, a casa mia (posso dire che ancora faccio fatica a pronunciare queste due parole insieme senza sentirmi un po’ sottosopra e anche un po’ a disagio?), progetto di appendere un paio di poster, sono ricoperta di scartoffie. Va bene così.

Va molto bene.

È un clima molto simile a quello della scuola che ricomincia: la città che torna ad essere freddina, un maglioncino buttato addosso la mattina mentre vado al lavoro, l’abbronzatura che inizia a essere un po’ senza senso nel ritrovato tran tran quotidiano.

Al solito, la piccola iena che mi divora da dentro mi tende dei tranelli, nei quali cado con tutte le scarpe.

Sono stata tanto felice di sapermi in grado di camminare per ore e ore e ore senza nessuno che mi corresse dietro, nemmeno la mia ombra, e poi sono stata infelice, come era ovvio, per essere stata di nuovo indulgente verso le mie fantasie. Fantasticare non va bene per quelle come me, si finisce per credersi alte e con le gambe come quelle della Loren.

Torno indietro e sono carica di doni, piccole cose da custodire, messe da parte per me sola. Come l’immagine dell’angelo del Tiepolo che salva il muratore che cade dall’impalcatura, o quei dieci minuti che ho passato imbambolata davanti a una vetrina dietro cui era esposto nudo e crudo un pezzo della mia vita. (L’ho comprato e ora l’ho nascosto in un ripiano della cucina). Oppure le passeggiate vicino all’acqua, di notte, con quel tizio che suonava il violino, sempre la stessa aria malinconica, tanto effetto filmaccio a raccontarla così, eppure lì per lì tanto struggente.

Il lavoro è tanto, dappertutto, una buona parte è anche indietro, e ora dovrei essere lì a occuparmene.

Ma per un pochino mi godo ancora questo clima, l'odore della cartella e dei libri nuovi.

Quella piccola euforia, si sa, finisce presto.

4 commenti:

Drogo ha detto...

Una domanda ... ma tu viaggi sola ? e ci riesci ? ...
io sono in partenza per la Cina, da solo, e ogni tanto mi prende l'ansia di non farcela :-)

cassandra ha detto...

a volte viaggio sola e a volte no. Ma saper viaggiare soli è una grande conquista: certo può intimorire, ma si scoprono tante cose su noi stessi e poi... chi ti dice che non conoscerai qualcuno lungo la strada?
Certo il tuo è un viaggio impegnativo, ma proprio per questo potrebbe rivelarsi ancora più bello.

Buon cammino allora e in bocca al lupo!

Kit ha detto...

bentornata! anche per me settembre è un po' il primo mese dell'anno nuovo, più del capodanno.

cassandra ha detto...

eh sì... Sarà che ci sono rimaste addosso un po' di abitudini studentesche?
Ciao un abbraccio :)