martedì 13 ottobre 2009

naked

Bicchiere di birra fra le mani, sciarpona sulle spalle, mi riprendo dalla giornata e giro lentamente il collo in tutte le direzioni.
Questa è la mia mezz'ora di nulla, dopo aver cucinato verdura bollita, lavato i piatti, sistemato i panni nell'armadio e dato acqua alla piantina.
La mezz'ora di birretta, di scarpe lanciate sotto il letto, di candela al sandalo accesa, di vagabondaggio su internet, di jazzino e telefono spento.
La mezz'ora in cui smetto di correre nella ruota del criceto, apro la porticina della gabbietta e aspetto che la testa smetta di girarmi. Questa è la mezz'ora in cui non mi vergogno di piangere.
Tanto nessuno mi vede e nessuno mi sente. Lascio che la stanchezza mi coli via sulle guance e aspetto, paziente che passi.

Questa è la mezz'ora in cui la biondina è nuda ed entra in un' altra gabbia.

Inutile bussare a quella porta, non apre nessuno.
Il calore, i sorrisi, la fiducia, sono tutti banditi.
E' un gioco molto duro, e bisogna essere tenaci.
E io lo sono, e resto dritta, ma non posso proprio restare anche di buon umore.
Faccio tutto il possibile, ma sono sempre un po' assente.

All'alba, stamattina, ho spalancato la finestra e mi sono accorta che era arrivato il freddo.
Un freddo pungente e salubre che mi ha spezzato il respiro, e mi ha invasa tutta.
Correnti che arrivano dalla Russia, dice la radio.
La notte e un sogno faticoso mi sono evaporati dalla pelle e il taglio sull'indice che mi sono fatta con la carta ha iniziato a bruciare.

Ci sono, è vero, dei momenti in cui ancora mi sento di questo mondo.

2 commenti:

massimo ha detto...

bussare non avrebbe senso, non apriresti, ma sono sicuro che alle volte lasci quella porta socchiusa

cassandra ha detto...

...In un'altra vita, alle volte. Nella prossima, forse. Chissà.