Si
torna al lavoro.
Questa
estate è stata lunga, emozionante, piena di valigie fatte e disfatte in
continuazione, piena di cambi climatici e libri.
Trovato
a poco un librino dell’Einaudi di Luzzati e Conte intitolato facciamo insieme
il teatro, pieno di cose interessanti. Scoperto saggio sulla traduzione nel
mondo classico, finito in più riprese il romanzo di Lagioia: veramente un
piccolo gioiello. Raccolte immagini su immagini per il progetto per l’infanzia,
riletti libri della mia infanzia con qualche commozione, scritte lettere, spesi
soldi (sempre troppi, mannaggia alla scialacquatrice che sono) per piccoli
oggetti che allietino le giornate invernali.
Che
altro voglio? Voglio un sacco di cose, ma sabato sera a metà delle nostre
solite elucubrazioni a cena, mi sono alzata e ho abbracciato L. strettissima e
le ho detto “ma quanto sono felice ogni volta che ci sediamo a questo tavolo a
fare progetti?” E ridevo come una bimba. E avevo addosso il maglione color
ciclamino che mi metto quando sono sicura della mia faccia e i sandali con i
tacchi alti.
Queste
pareti bianche sono piene di piccoli fuochi artificiali.
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