lunedì 6 febbraio 2012

cristallo

Leggo Murakami, preparo dolcetti vegan, ascolto le First Aid Kit, invado il mondo di kleenex, bevo tè bollente e tisane speziate, e conto, conto, conto, non faccio che contare oggetti: l'inventario quest'anno sembra non finire mai. La notte sogno gli scaffali del negozio invasi di roba a cui mi illudo di dare un ordine.
Alla cena domenicale c'era il brodo, e dopo il brodo c'era 84 Charing Cross Road, e naturalmente abbiamo pianto tutti, così ho aggiunto ai fazzoletti dell'influenza i fazzoletti della commozione.
A letto, con la borsa dell'acqua calda, il plaid sul piumone e il computer sulle ginocchia, mi illudo di ricevere posta che, adesso so per certo, non arriverà che domani.

Per un istante ho desiderato l'influenza dei piccoli, quella di quando non ti alzavi mai dal letto, ed eri esentata da qualsiasi attività che non fosse giacere fra le coperte e leggere, al massimo dormicchiare davanti a un film. Invece domani è già lunedì, e bisogna raccogliere le energie per cominciare la settimana. E anche decidersi a rompere il taboo, forse, e prendere un'aspirina senza aspettare che gli anticorpi facciano tutto il lavoro da soli.

Un abbraccio, un bell'abbraccio mentre mi addormento, questo ci vorrebbe, adesso.

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